Come andare in pensione in anticipo nel 2019

Come andare in pensione in anticipo nel 2017

I recenti sviluppi che hanno interessato il dibattito relativo alla riforma del sistema pensionistico, hanno concentrato la loro attenzione su una delle questioni più spinose ovvero l’età in cui poter andare in pensione.
In particolare dopo l’entrata in vigore della Riforma Fornero, non sono pochi i lavoratori rimasti spiazzati dalla necessità di dover restare al lavoro, soprattutto in quelle circostanze dove non solo si era prossimi all’acquisizione del diritto alla pensione, ma soprattutto in quei casi in cui la tipologia di lavoro rende la prosecuzione della propria attività sempre più difficile da condurre.
Con l’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni per gli uomini e a 65 per le donne, è ampia la platea dei soggetti che è rimasta esclusa dalla possibilità di andare in pensione secondo i criteri ante riforma.
Al momento in cui l’articolo viene redatto restano sostanzialmente invariate le posizioni: da un lato il Governo che prosegue nel mantenimento delle sue proposte e dall’altro i Sindacati che puntano ad un allargamento del bacino dei potenziali beneficiari. In un clima dove affiorano e non pochi, visto l’avvicinarsi della scadenza, i timori relativi all’eventuale ritardo maturato dal governo nella stesura dei decreti attuativi. Se il Governo si è apprestato a tranquillizzare tutti relativamente al fatto che la riforma entrerà in vigore come previsto a partire dal prossimo mese di Maggio il clima è ovviamente di grande attesa.

Le proposte del Governo per la pensione anticipata

Attualmente la riforma del Governo punta ad offrire la possibilità di andare in pensione in anticipo utilizzando diversi strumenti che verranno dettagliatamente descritti nei paragrafi che seguono: ape, ape social, quota 41 e lavori usuranti.
Sono a ben vedere differenti declinazioni per situazioni che corrispondono al possesso di requisiti ben precisi, spesso legati a situazioni di disagio sociale o economico ovvero a particolari condizioni strettamente connesse all’attività aziendale svolta dal proprio datore di lavoro.
Su questo punto in particolare e sulle limitazioni attualmente previste si gioca, forse, la partita più importante per esprimere un giudizio definitivo sulla riforma. Molto dipenderà dal contenuto dei decreti attuativi per l’approvazione dei quali la prossima riunione é fissata, dopo l’ennesimo rinvio, il prossimo 20 marzo.

Quota 41

La cosiddetta quota 41 è una delle misure proposte dal Governo per consentire un’uscita anticipata dei lavoratori cosiddetti precoci, coloro cioè che abbiano iniziato a lavorare almeno 12 mesi prima di aver compiuto i 19 anni e aver così maturato 41 anni di contributi. Trattasi ovviamente di provvedimento che tende a valorizzare più che l’anzianità anagrafica quella lavorativa.

I requisiti richiesti però sono ulteriori. Il potenziale beneficiario infatti dovrà dimostrare di rientrare in una delle seguenti categorie:

  • – disoccupati senza ammortizzatori sociali;
  • – lavoratori in particolari condizione di salute
  • – lavoratori occupati in lavori usuranti e attività gravose.

I requisiti richiesti testimoniano di una volontà di tutela soprattutto nei confronti di quei lavoratori che siano rimasti esclusi dal mercato del lavoro e che si trovino a vivere in quella situazione – definita da taluni come Grey zone – dove si è privi di un sostegno al reddito che consenta di raggiungere l’eta in cui poter ricevere l’indennità previdenziale.

Ape social

L’ape social prevede l’uscita anticipata dei lavoratori al raggiungimento dei 63 anni di età. È una finestra che però non viene offerta a tutti i lavoratori ma soltanto a coloro in grado di certificare il possesso di taluni requisiti riconducibili in generale ad uno stato di bisogno non solo economico ma anche di natura sociale. Potranno richiedere l’ape social chi versi in una o più delle seguenti situazioni:

  • – stato di disoccupazione;
  • – assenza di un reddito;
  • – gravosità delle condizioni lavorative;
  • – particolari condizioni di salute;
  • – lavoratori impegnati nella cura di familiari di primo grado conviventi, affetti da grave disabilità.

In questo caso la ratio della misura non è connessa tanto all’anzianità lavorativa maturata quanto a costituire un sostegno fattivo a chi si trovi in situazioni di difficoltà per le quali la pensione anticipata può rappresentare un sostegno al reddito – nel caso di lacoratori disoccupati – ovvero un sostegno di natura solidale nel caso di coloro che vivano particolarI condizioni di salute che rendano particolarmente gravosa la prosecuzione del proprio impegno lavorativo o troppo onerosa la contestuale assistenza prestata a familiari colpiti da grave disabilità.

Anticipo Pensionistico Ape

Dopo aver visto il funzionamento della cosiddetta Ape sociale in questo paragrafo vengono invece illustrati i meccanismi di funzionamento dell’Ape ovvero di un meccanismo volontario ma rivolto potenzialmente ad una platea universale purché in possesso del solo requisito anagrafico del raggiungimento dei 63 anni.
In questo caso però, contrariamente all’ape social, ai beneficiari viene richiesto un impegno finanziario a ristoro dell’anticipo ricevuto.
Nella sostanza ai lavoratori viene consentita la possibilità di lasciare in anticipo il mercato del lavoro ma gli stessi, una volta raggiunta l’età ordinariamente prevista per l’accesso al trattamento previdenziale, saranno tenuti all’accensione di un mutuo ventennale attraverso il quale restituire le somme percepite in anticipo. L’assegno previdenziale che quindi riceveranno, sarà decurtato dalla rata del mutuo stesso.
È evidente in questo caso, che la misura – che fra l’altro ha natura sperimentale – non ha alcun risvolto sociale quanto invece la finalità di anticipare l’uscita di coloro che volontariamente desiderino lasciare il proprio lavoro.

Pensione anticipata per lavori usuranti

  • Già la legge Fornero prevedeva la possibilità per talune tipologie di lavoro, la possibilità di uscire dal mercato del lavoro anticipatamente. La legge di Bilancio del 2016 ha apportato alcune modifiche che produrranno i loro effetti già a partire dal 2017.
    Le nuove disposizioni prevedono la possibilità di andare in pensione, laddove quest’ultimi siano favorevoli, con i requisiti precedenti a quelli entrati in vigore dopo la Legge Fornero.
    Potranno andare in pensione al raggiungimento di 61 anni e sei mesi e dopo aver maturato almeno 30 anni di contributi i lavoratori impegnati nelle seguenti tipologie di lavoro, considerate attività usuranti:
  • – lavori notturni
  • – lavori in gallerie, cave e miniere e in immersione;
  • – lavori svolti con modalità ripetitive.

Il lavoro usurante deve essere stato svolto fino ad almeno 7 anni prima della richiesta di accesso alla pensione anticipata ovvero per almeno metà della propria vita lavorativa. In questo caso la ratio che ha portato a proporre questa via d’uscita dal mercato del lavoro è l’ovvio riconoscimento attribuito a chi ha svolto lavori che più di altri possano avere inciso sulle condizioni fisiche del lavoratore consentendo dunque di accedere prima del previsto ai benefici previdenziali.

Restano sul tavolo i nodi affrontati in premessa, non solo rispetto all’effettiva entrata in vigore dei provvedimenti ma soprattutto su requisiti e platea dei beneficiari.

Fonte: Pensioni Economia Italia

Come andare in pensione in anticipo nel 2019ultima modifica: 2019-04-15T00:42:51+02:00da arrigosarti
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